Evocazioni Risorgimentali.

Livorno nel Risorgimento. Circolo Didattico G. Carducci a.s. 2008/09


Giuseppe Garibaldi

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La vita

Garibaldi nasce a Nizza il 4 luglio 1807, carattere irrequieto e desideroso di avventura, fin da giovanissimo si imbarca come marinaio per intraprendere la vita sul mare. Durante i Moti di Indipendenza, partecipa alla difesa della Repubblica Romana con Mazzini, Pisacane, Mameli e Manara. Promotore degli ideali di una Italia unita, costituisce nel 1859 un corpo di volontari (autorizzato da Cavour e Vittorio Emanuele). Con successo partecipa alla Seconda Guerra d'Indipendenza. Nel 1860 con la Spedizione dei Mille, dopo aver sconfitto i Borboni a Calatafimi, libera completamente la Sicilia. Nel 1866 partecipa alla Terza Guerra di Indipendenza. Nel 1867 è a capo di una spedizione per la liberazione di Roma dal governo del Papa, ma il tentativo fallisce a Mentana. Nel 1871 partecipa alla sua ultima impresa bellica nella guerra Franco-Prussiana, dove subisce la sconfitta finale in Francia. Si reca a Caprera dove passerà gli ultimi anni della sua vita. Muore il 2 giugno del 1882.

Garibaldi a Livorno
La base della politica di Garibaldi fu un sentimento di altruismo ed un'ansia di giustizia che lo spingeva ad alleviare le sofferenze degli umili. Dominante era il motivo della fraternità e del rispetto fra le nazioni libere e liberamente costituite. Garibaldi ebbe occasione più volte di fermarsi a Livorno, di conoscere e apprezzare i suoi generosi abitanti. Il 24 ottobre del 1848 vi giunse con la moglie Anita (donna coraggiosa che non esitò a seguire il marito anche in battaglia) diretto in Sicilia per partecipare alla rivoluzione contro i Borboni. In questa occasione fu ospite in via del Toro a casa di Carlo Notari. Tornò nella nostra città nel 1859, ormai generale famoso con il titolo di Comandante della Divisione Toscana. Fece una breve sosta alla stazione per prendere il treno e recarsi a Firenze. Nel 1862 giunse a Livorno sofferente per la ferita subita ad Aspromonte. La meta era l'ospedale di Pisa dove fu accompagnato via mare e attraverso Bocca d'Arno con una barca comandata da Jacopo Sgarallino. Non potendogli fare visita a causa delle precarie condizioni di salute, molti livornesi si recarono nella città vicina per manifestargli la loro solidarietà. Nel 29 settembre 1866 Garibaldi giunse nuovamente a Livorno in treno e sostò per un breve riposo nella casa di Giovanni Marchi. Nella notte tra il 19 e 20 ottobre 1867 deciso ad organizzare la liberazione di Roma, sbarcò a Follonica e segretamente in carrozza fu trasferito a Livorno, questa volta ospite di Andrea Sgarallino. Presi accordi con Andrea Lemmi proseguì il suo viaggio verso Terni per assumere il comando dei reparti di volontari che dovevano marciare verso Roma. Tra costoro c'erano i coraggiosi carabinieri livornesi di Carlo Mayer. Livorno ha mantenuto vivo il ricordo di questo eroe risorgimentale che trovò sempre nella nostra città affetto, stima e aiuti militari. Sono state a lui dedicate la via Garibaldi con la piazza dominata dalla sua imponente statua e la Piazza dei Mille.

 Ritratto di Anita Garibaldi
 Ritratto di Giuseppe Garibaldi

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